Sono passati sei mesi da quando le nostre vite sono state fortemente coinvolte, minacciate e impregnate da quella pandemia di coronavirus, COVID-19, che in larga misura sta scandendo il ritmo della nostra vita religiosa e quella della nostra missione apostolica.
Anche la celebrazione della solennità del nostro Padre Sant’Agostino è coinvolta nei problemi di attenzione sanitaria che dobbiamo mantenere. Per questo motivo le S. Messe e le celebrazioni di altro tipo vedranno una partecipazione ridotta nella maggior parte dei luoghi , o addirittura in altri non si potranno neanche celebrare pubblicamente.
Vorrei che in queste circostanze la nostra mente e il nostro cuore siano più concentrati sull’essenziale del nostro carisma e che tutti quanti riflettiamo e cerchiamo il bene comune, la comunione con i nostri fratelli, lavorando sulla nostra interiorità e relazione con Dio, offrendo una testimonianza di fraternità e di solidarietà con gli uomini colpiti dai problemi causati dalla pandemia.
Dal mese di marzo fino ad oggi i gesti di solidarietà e condivisione sono stati numerosi ed esemplari, sia con i fratelli e le sorelle agostiniani sia con le persone bisognose delle nostre parrocchie, scuole e missioni. È possibile che le circostanze rendano il prossimo futuro ancora più critico a questo riguardo.
Restiamo quindi fortemente uniti. Diamo testimonianza della comunione tra noi e il Capo, che è Cristo. Egli ci aiuterà a leggere e interpretare la realtà e le esigenze dei nostri fratelli. Uniti e in comunione con Cristo, possiamo confidare nella sicurezza di superare le situazioni difficili che dovremo vivere.
Che il nostro Padre Sant’Agostino e nostra Madre Santa Monica intercedano per noi affinché il Signore ci conceda di vivere in unità di cuore e di animo, ponendo il nostro sguardo e la nostra speranza in Lui. Buona festa di Nostra Madre Santa Monica e solennità del nostro Padre Sant’Agostino.
P. Alejandro Moral Anton
Priore Generale, OSA

Padre Alejandro Moral mentre fa la professione di fede di fronte al Capitolo che lo ha appena eletto (foto di repertorio)
I domenica di Avvento 2020
Cari amici, le letture del tempo d’Avvento si aprono con l’intensa e struggente preghiera di Isaia per la sua gente. Quegli uomini, come noi, dimenticando il volto nascosto del Signore, hanno lasciato avvizzire la loro capacità di bene, il bisogno di stringersi come figli a Dio. Parallela a questa lettura è la parabola del vangelo di Marco: il signore della casa ha lasciato ilpotere ai servi, a ciascuno il suo compito, ha ordinato al portiere di vegliare. Ha lasciato gli uomini liberi di amministrare e custodire la sua casa, così liberi da cadere nell’indifferenza e addormentarsi.
I domenica di Avvento
Scrive Agostino:” Vegliate dunque, perché non sapete quando verrà il padrone di casa, se la sera o a mezzanotte o al canto del gallo o la mattina, affinché, venendo all’improvviso, non vi trovi a dormire. Quel che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate. Chi sono tutti coloro ai quali si rivolge il Signore, se non i suoi eletti e prediletti che sono parte del suo corpo, il quale è la Chiesa? Non si rivolse dunque solo a quelli che lo ascoltavano parlare allora, ma anche a coloro che sarebbero venuti dopo i discepoli fino a voi e anche a noi stessi e a quanti verranno dopo di noi fino al giorno della sua venuta.” Vegliare è gettare la speranza oltre il nostro limite in un Dio che ci è Padre. E’ questo “affidarci” il senso dell’Avvento. E con le parole di Anna dedicate ad Enrico, nuovo bimbo nato ieri:
“… vorrei…
cantarti il mio canto
più lieto mentre dormi nel ritmo
del cuore, perché il tuo sbocciare
segreto è l’incanto e l’attesa
dell’avvento che viene e preghiera.”
Buon avvento
Anna e Marco
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