La Regola di Sant’Agostino
– Introduzione –
Cfr. Opera Omnia di S. Agostino, NBA Vol. VII/2
Della Regola agostiniana i codici ci tramandano due versioni antiche: una al maschile, chiamata dagli studiosi il Praeceptum, o Regula ad servos Dei, e una al femminile, chiamata Regularis Informatio, o Regula ad sanctimoniales. La versione al femminile nei manoscritti costituisce la seconda parte della Lettera 211 (numeri 5-16), inviata da Agostino alle monache di Ippona che si erano ribellate alla loro superiora (cfr. NBA XXIII, pp. 511-529).
Le due redazioni, al maschile e al femminile, tolti alcuni lievi adattamenti, sono talmente simili tra loro che una deve essere necessariamente traduzione, anche se antichissima, dell’altra. Il problema che sorge è il seguente: il Praeceptum è una trascrizione al maschile della originale Regularis Informatio o viceversa? In altri termini: Agostino ha scritto la sua Regola per i monaci, oppure per un monastero femminile?
Oggi è opinione comune tra gli studiosi – i motivi addotti sono di critica interna al testo – che il testo della Regola redatto da Agostino sia il Praeceptum.
Ci sono però opinioni molto discordanti per quanto riguarda la data di composizione. P. Luc Verheijen – l’agostinologo che nei tempi moderni ha più di ogni altro approfondito lo studio sulla Regola agostiniana – pensa che il Praeceptum sia stato redatto nel 397 per il primo monastero di Ippona (quello dell’orto), che egli aveva lasciato per andare a vivere nel monastero dei chierici nella casa vescovile. Altri indicano il 391, altri il 400, altri ancora il 427.
Una trascrizione quasi identica è stata redatta al femminile (è la Regularis Informatio) nello stesso periodo per il monastero di donne. Questa versione femminile è stata quindi aggiunta alla Lettera 211 di Agostino e così è stata tramandata insieme dai codici.
I principi della Regola
Testo della Regola