Domeniche d’Organo

 

2009-2010

Pavia

Basilica di S.Pietro in Ciel D’Oro

Comitato Pavia Città di S. Agostino

Associazione Musicale Lingiardi

 

 

DOMENICHE D’ORGANO con J. S. Bach e S. Agostino

 

Organista

Maria Cecilia Farina

 

Organo Lingiardi op. 266 ( 1913)

 

 

 

8 novembre 2009 : XXXII del Tempo Ordinario

 

 

Johann Sebastian Bach 1685 – 1750

 

Preludio e Fuga in si minore BWV 544

Partite diverse sul corale O Gott, du frommer Gott BVW 767

Passacaglia e Thema fugatum BVW 582

 

 

Un duplice filo lega il pensiero di S. Agostino all’opera di Johann Sebastian Bach: la concezione teoretico – scientifica della musica, che fa di Bach a tutti gli effetti l’ultimo erede del Quadrivium, e lo stretto rapporto dell’arte con la fede.

Un percorso di pagine organistiche di Bach, contestualizzate nei vari momenti dell’anno liturgico e ogni volta precedute dalla lettura di un breve passo del De Musica agostiniano, costituisce un momento di meditazione e preghiera dopo la S. Messa domenicale delle 11.

Nella trentaduesima domenica del Tempo Ordinario apriamo queste meditazioni musicali con il Preludio e fuga in si minore BWV 544 . E’ uno delle più grandiosi binomi bachiani, l’unico nella tonalità di si minore, tramandatoci da un autografo risalente agli anni di Lipsia: il preludio “pro organo pleno”, dal carattere declamatorio quasi drammatico è seguito da una magistrale fuga a un soggetto e tre controsoggetti.

Seguono le Partite ( da intendersi in questo caso nel significato antico di “variazioni”) sul corale O Gott, du frommer Gott: si tratta di un cantico luterano della serie “Haus und Beruf”, cioè casa e lavoro, nel quale si invoca Dio, definito “pura fonte di ogni bene”, affinchè ci conservi fino alla morte con un corpo sano e una coscienza pura. Bach elabora la melodia del corale in 8 variazioni di differente carattere, scritte negli anni giovanili di Lüneburg, fortemente influenzate dallo stile italiano.

In conclusione, la Passacaglia in do minore BWV 582, un monumento del contrappunto barocco sul quale esiste una sconfinata esegesi e che costituisce, dalla Bach-Renaissance ottocentesca ad oggi, una sorta di pietra del paragone per musicisti di tante generazioni, sia esecutori che compositori( si pensi ad esempio alla Passacaglia che chiude la IV Sinfonia di Johannes Brahms).

Lo spagnolo Pasar una calle (camminar per la strada) è la matrice etimologica del termine, indicante una danza dall’incedere maestoso su un tema ostinato, che funge da fondamento per lo sviluppo di variazioni . In questo caso il tema è di otto battute, le prime quattro di derivazione gregoriana (Communio Acceptabis sacrificium)e già utilizzate dal francese André Raison nel suo Trio en Passacaille della Messe du deuxième ton (1688).

La struttura di questo monumento musicale è complessa, e ha dato luogo a varie interpretazioni, sia sul piano matematico che teologico. Esso è articolato in due sezioni senza soluzione di continuità, la prima di 168 battute e la seconda (il Thema fugatum) di 124.

Nella prima sezione, cioè la Passacaglia vera e propria, il tema ostinato viene proposto 21 volte, ma non sempre al basso e, in alcune variazioni, modificato ritmicamente e/o melodicamente, pur mantenendo invariato il suo schema e le sue funzioni armoniche. Secondo un’ardita interpretazione di Michael Radulescu, esimio interprete bachiano e mio professore alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Vienna, la scelta del numero 21 deriva dalla “sequenza di Fibonacci” (così chiamata dal nome del suo scopritore duecentesco, il matematico pisano Leonardo Fibonacci). Questa sequenza numerica ha la proprietà matematica che ogni elemento, a partire dal secondo, è uguale alla somma dei due precedenti, e la formula è estensibile all’infinito: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21 …. La serie ha un’altra proprietà importante: calcolando il rapporto di ogni elemento con il precedente si osserva che questi rapporti convergono su un numero irrazionale detto phi, cioè la sezione aurea del segmento. Non sappiamo se Bach abbia intenzionalmente pensato alla serie, ma certo il sublime equilibrio dell’architettura della Passacaglia non può essere scaturito a caso.

Nel thema fugatum, Bach utilizza solo la prima parte del tema (quattro battute) presentandolo 5 volte in minore, 2 volte in maggiore, poi ancora 5 volte in minore, per un totale di 12. Dunque, complessivamente, il tema ostinato compare nel pezzo 33 volte (21 + 12), numero simbolico nella produzione organistica bachiana, e in particolare nei preludi-corali, carichi di significati e simbologie teologiche, perché rappresenta gli anni della vita di Cristo, ed inoltre ha una doppia valenza trinitaria.

Tornando a Fibonacci, gli elementi e i rapporti della sua sequenza si riscontrano in una grande varietà di fenomeni naturali e artistici:del resto il numero aureo era già noto agli artisti greci come proporzione divina.

Maria Cecilia Farina

 

Pavia

Basilica di S.Pietro in Ciel D’Oro

Comitato Pavia Città di S. Agostino

Associazione Musicale Lingiardi

 

 

DOMENICHE D’ORGANO con J. S. Bach e S. Agostino

 

Organista

Maria Cecilia Farina

 

Organo Lingiardi op. 266 ( 1913)

 

 

 

6 dicembre 2009 : II Domenica d’Avvento

 

 

Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)

 

Toccata, Adagio e Fuga in Do magg. BWV 564

Nun Komm, der Heiden Heiland BWV 659

Pastorella BWV 590 (in 4 movimenti)

Preludio e Fuga in Do magg. BWV 547

 

 

Nella seconda Domenica d’Avvento, il tempo “forte” dell’anno liturgico nel quale si vive l’attesa del Natale, apriamo la meditazione musicale con una delle composizioni più appariscenti e solari di tutta la produzione organistica di Bach: Toccata, Adagio e Fuga in Do maggiore. L’impronta schiettamente italiana di questo trittico è già evidente nella struttura formale, modulata in forma di concerto tripartito. Non dimentichiamo il clima culturale nel quale nasce questa strordinaria composizione: la corte di Weimar, dove dominavano il gusto e la cultura italiani, amati in particolare dal duca Wilhelm Ernst di Sassonia- Weimar. Negli anni trascorsi presso questa corte Bach si appassiona allo stile italiano, trascrivendo per tastiera numerosi concerti di Vivaldi e di altri autori contemporanei: nasce così anche questo trittico organistico, che comprende un primo tempo a sua volta tripartito( cadenza iniziale affidata al manuale, cadenza del pedale solo e fantasia contrappuntistica), un Adagio e una Fuga di carattere concertato e virtuosistico, basata su un soggetto dall’ incisività ritmica quasi danzante.

 

In tempo d’Avvento non può poi mancare il corale Nun komm, der Heiden Heiland (Vieni ora, Redentore dei pagani). La melodia ha origine, come spesso avviene nei corali, dal repertorio gregoriano e precisamente dall’inno ambrosiano per l’Avvento Veni Redemptor gentium.

La versione luterana è stata più volte rielaborata da Bach, sia in numerosi preludi – corali per organo sia in forma di Cantata. Quella eseguita oggi (BWV 659) fa parte dei 18 corali dell’autografo di Lipsia: è una delle pagine più celebri e commoventi di Bach, pervasa da un intimismo quasi romantico, tanto che fu trascritta per pianoforte da Ferruccio Busoni. La melodia del corale finemente ornata è affidata alla mano destra, mentre la sinistra esegue un contrappunto tematico a 2 voci ed il Pedale accompagna con una sorta di basso continuo.

 

Segue la Pastorale , tramandataci in un manoscritto settecentesco anche col titolo di Pastorella: si tratta di una composizione degli anni giovanili di Bach, strutturata come una suite in 4 movimenti dei quali il primo, in 12/8, è l’unico con una parte di Pedale. Tutto il brano, e in particolare il primo movimento presenta la “naiveté” e gli stilemi tipici della Pastorale natalizia all’italiana. Secondo il racconto evangelico, i primi ad accorrere in adorazione alla grotta di Betlemme furono i pastori : proprio ispirandosi alle loro nenie e ai loro strumenti, i musicisti colti operarono una efficace contaminatio di elementi dotti e popolari, creando brani per la liturgia natalizia destinati all’organo, strumento ideale per la sua ricca tavolozza timbrica. Il tempo di 12/8, la tonalità di Fa maggiore, le lunghe note tenute al Pedale, i cromatismi in stile quasi arabo sono tutti elementi che Bach trae dalla tradizione italiana. Nell’ultimo movimento è stata rilevata l’affinità tematica e di trattamento contrappuntistico con il Finale del III Concerto Brandeburghese BWV 1048.

 

In conclusione, il Preludio e fuga in Do maggiore BWV 547, un dittico dal carattere festoso e solenne al tempo stesso, risalente forse agli ultimi anni di Lipsia. Nel grandioso preludio, in 9/8, caratterizzato da un moto incessante rotto soltanto, verso la fine, da incisivi accordi alternati a pause, si respira l’atmosfera dell’Oratorio di Natale. La Fuga, esemplare nella condotta polifonica, presenta verso la fine il tema aggravato al Pedale che quindi si adagia su un lungo Pedale di tonica: la conclusione, come spesso avviene nelle grandi composizioni organistiche bachiane, non è su un lungo accordo bensì su una croma, mentre la corona è posta sul silenzio, quasi a sottolineare, secondo l’interpretazione di Michael Radulescu, il “lancio” verso l’eternità: dal tempo e dal ritmo dell’uomo al “tempo di Dio”.

 

Maria Cecilia Farina

 

Pavia

Basilica di S.Pietro in Ciel D’Oro

Comitato Pavia Città di S. Agostino

Associazione Musicale Lingiardi

 

 

DOMENICHE D’ORGANO

con J. S. Bach e S. Agostino

 

Organista

Maria Cecilia Farina

 

Organo Lingiardi op. 266 ( 1913)

 

 

14 febbraio 2010, VI domenica del Tempo Ordinario

 

 

Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)

 

Da Dritter Theil der Clavier-Übung :

Praeludium pro Organo pleno BWV 552/I

Kyrie Gott Vater in Ewigkeit BWV 672

Christe aller Welt Trost BWV 673

Kyrie Gott heiliger Geist BWV 674

Allein Gott in der Höh sey Ehr BWV 675

Fugetta (sic) super Allein Gott BWV 677

Fugetta super Dies sind die heiligen zehen Gebot BWV 679

Fugetta super Wir glauben all an einen Gott BWV 681

Vater unser im Himmelreich BWV 683

Christ unser Herr zum Jordan kam BWV 685

Aus tieffer Noth schrey ich zu dir BWV 687

Fuga super Jesus Christus unser Heyland BWV 689

Fuga a 5 con Pedale pro Organo pleno BWV 552/II

 

 

 

Nella sesta Domenica del tempo Ordinario la meditazione musicale è interamente dedicata a un estratto della Clavier-Übung parte terza, pubblicata a Norimberga nel 1739 presso Balthasar Schmid.

Clavier-Übung letteralmente significa”esercizio per tastiera”: tuttavia, dietro questo titolo così umile si nasconde una silloge di concezione monumentale. La terza parte, dedicata all’organo, rappresenta una vera e propria summa della musica religiosa di tutti i tempi.

Le composizioni sono strutturate secondo una logica prettamente matematica e impiegano un linguaggio contrappuntistico di estremo rigore: Bach ci appare pienamente immerso nella concezione medievale del Quadrivium dove musica est scientia quae de numeris loquitur (Cassiodoro). La silloge è intrisa di significati teologici , resi attraverso una complessa simbologia numerica che si svela appieno solo ad un’analisi approfondita del testo.Fonte religiosa sono i due catechismi che Lutero pubblicò nel 1529: il Piccolo Catechismo, per “pastori e predicatori semplici” e il Grande Catechismo, per studiosi e teologi.

L’intera parte terza della Clavier-Übung consta di 27 brani: il grandioso Praeludium iniziale, 21 corali, 4 duetti e la Fuga a cinque voci che suggella l’opera.

Per la meditazione odierna proponiamo, in apertura, il solenne Praeludium in Mi bemolle maggiore, certamente il più monumentale del genere in tutta l’opera di Bach e l’unico ad essere strutturato su tre temi musicali, che secondo alcuni esegeti rappresentano le tre persone della Trinità. Del resto, anche la tonalità d’impianto del pezzo è “trinitaria”, perché l’armatura in chiave è di tre bemolli.

Seguono tutte le versioni “piccole” dei corali, precedute dal canto della versione vocale originaria.

Si tratta di 11 miniature, della durata di pochissimi minuti ognuna. La brevità non significa però maggiore semplicità, rispetto ai corali nella versione “grande”: i piccoli corali non hanno una parte di pedale, ma il loro tessuto polifonico è estremamente fitto e complesso, il linguaggio quasi intellettualistico. La concezione della musica non mira alla gradevolezza d’ascolto, ma alla predicazione, al messaggio teologico che ogni brano vuole trasmettere ai fedeli in preghiera.

Di seguito forniamo i testi degli 11 corali con la traduzione italiana, per una migliore comprensione del loro significato:

 

Kyrie, Dio padre in eterno! Kyrie, Gott Vater in Ewigkeit!

Grande è la tua misericordia, Gross ist dein Barmherzigkeit,

tu sei creatore e rettore di tutte le cose. Aller Ding Einschöpfer und Regierer.

Eleison! Eleison!

 

Cristo, consolatore di tutto il mondo, Christe, aller Welt Trost

tu solo ci hai liberato dal peccato. uns Sünder allein du hast erlöst.

O Gesù figlio di Dio! O Jesu Gottes Sohn!

tu sei il nostro intermediario Unser Mittler bist in dem höchsten Thron!

nel più alto dei troni,

noi ti invochiamo con tutto il cuore. Zu dir schreien wir aus Herzensbegier.

Eleison. Eleison.

 

 

Kyrie! Dio Santo Spirito! Kyrie! Gott heiliger Geist!

Confortaci, rafforzaci tutti nella fede, Tröst, stark uns im Glauben aller meist,

affinché, mirando all’ultima meta, Dass wir am letzten End

ci separiamo con gioia da queste miserie! Fröhlich abscheiden aus dies’m Elend.

Eleison! Eleison!

 

 

 

 

A Dio solo nell’Alto sia onore Allein Gott in der Höh sei Ehr,

e riconoscenza per la sua benignità; und Dank für seine Gnade;

perché da ora e per sempre darum dass nun und nimmermehr

non ci può colpire alcun peccato. uns rühren kann kein Schade.

Dio ha trovato piacere in noi, Ein Wohlgefalln Gott an uns hat,

ora abbiamo pace ininterrotta, nun ist gross Fried ohn Unterlass,

ogni guerra ora ha fine. all Fehd hat nun ein Ende.

 

 

Questi sono i santi dieci comandamenti Dies sind die heilgen zehn Gebot

che nostro Signore ci diede tramite die uns gab unser Herre Gott

Mosé, suo servo fedele, sull’alto del monte Sinai. durch Mosen, seinen Diener treu,

Kyrieleison. (….) hoch auf dem Berg Sinai. Kyrieleis.

Noi crediamo tutti in un solo Dio Wir glauben all an einen Gott

creatore del cielo e della terra, Schöpfer Himmels und der Erden,

che si è fatto Padre der sich zum Vater geben hat

perché divenissimo suoi figli. dass wir seine Kinder werden.

Egli vuole sostentarci sempre, Er will uns allzeit ernähren,

conservarci nell’anima e nel corpo, Leib und Seel auch wohl bewahren,

ogni avversità egli vuole respingere, allem Unfall will er wehren,

nessuna disgrazia ci capiterà. kein Leid soll uns widerfahren.

Egli ha cura di noi, ci guarda, ci veglia, Er sorget für uns, hüt’t und wacht,

tutto è in suo potere. es steht alles in seiner Macht

Amen! Amen!

 

 

Padre nostro nel regno dei cieli Vater unser in Himmelreich

che hai voluto che tutti allo stesso modo der Du uns alle heissest gleich,

fossimo fratelli e ti invocassimo Brüder sein und dich rufen an,

e che da noi salisse la preghiera, und willst das Beten von uns han,

fa’ che non sia la bocca soltanto gib, dass nicht bet allein der Mund,

a pregare, ma il cuore. hilf, dass es geh von Herzensgrund.

 

Cristo nostro Signore venne al Giordano Christ unser Herr zum Jordan kam

secondo la volontà di suo Padre, nach seines Vaters Willen,

prese il Battesimo da San Giovanni, von Sankt Johann die Taufe nahm,

per adempiere la sua opera e la sua missione. sein Werk und Amt zu erfüllen.

Con ciò volle stabilire un lavacro Da wollt er stisten uns ein Vad,

per purificarci dai peccati zu waschen uns von Sünden

e per annegare l’amara morte ersaufen auch den bittern Tod

tramite il suo stesso sangue e le sue ferite; durch sein selbst Blut und Wunden:

questo ha portato ad una nuova vita. es galt ein neues Leben.

 

 

Dal profondo della mia miseria io t’invoco, Aus tiefer Not schrei ich zu dir,

Signore Dio ascolta la mia voce. Herr Gott, erhör mein Rufen.

Volgi a me il tuo orecchio benigno Dein gnädig Ohren kehr zu mir

e aprilo alla mia preghiera; und meiner Bitt sie öffne;

se tu vuoi considerare denn so du willst das sehen an,

i peccati e gli errori che abbiamo commesso, was Sünd und Unrecht ist getan,

chi può, Signore, rimanere al tuo cospetto? wer kann, Herr, vor dir bleiben?

 

 

Gesù Cristo nostro salvatore Jesus Christus unser Heiland

che da noi ha distolto l’ira divina der von uns den Gottes Zorn wandt,

con le sue amare sofferenze durch das bitter Leiden sein

ci ha salvato dalle pene dell’inferno. half er uns aus der Höllen Pein.

 

 

 

Come si può facilmente desumere dai testi, i primi quattro corali presentano la Missa Brevis luterana, composta di Kyrie e Gloria.

I successivi seguono di pari passo i capitoli del Catechismo di Lutero: i dieci Comandamenti, il Credo, il Padre nostro, e i tre sacramenti del Battesimo, della Penitenza e della Comunione.

Le soluzioni musicali adottate da Bach nei piccoli corali sono alquanto varie: la libera fantasia contrappuntistica sul motivo o su frammenti di tema del corale, la Fughetta ( che Bach chiama Fugetta , ma ricordiamo che in tedesco la “G” che precede le vocali è sempre pronunciata con suono duro corrispondente al nostro “gh”), e infine la Fuga. In molti casi, come ad esempio nei versetti kyriali, i temi dei corali derivano dal repertorio gregoriano, e Bach ne conserva la struttura modale.

E’ un vero caleidoscopio di tecniche e procedimenti antichi, che Bach ricupera con la sua scienza e rende vivi e attuali.

A conclusione della meditazione, la grandiosa Fuga a 5 voci pro Organo Pleno. Strutturata su tre soggetti in tre sezioni, con evidente significato trinitario, questo capolavoro è stato analizzato dagli esegeti su svariati livelli, tra cui quello numerico, ed è stato rilevato che le tre parti, nel numero delle battute, stanno tra loro reciprocamente in proporzione aurea, la proportio divina. Ad accrescere il senso di unità è la sorprendente combinazione del terzo tema con il primo nell’ultima sezione. Bach ancora una volta si rivela il summus architectus della scientia bene modulandi di S.Agostino.

Maria Cecilia Farina

Pavia

Basilica di S.Pietro in Ciel D’Oro

Comitato Pavia Città di S. Agostino

Associazione Musicale Lingiardi

 

 

DOMENICHE D’ORGANO

con J. S. Bach e S. Agostino

 

Organista

Maria Cecilia Farina

 

Organo Lingiardi op. 266 ( 1913)

 

 

 

14 marzo 2010, IV Domenica di Quaresima

 

 

Johann Sebastian Bach

 

Preludio e Fuga in do minore BWV 546

Preludio al Corale O Mensch, bewein dein Sünde gross BWV 622

Partite diverse sul Corale Sei gegrüsset, Jesu gütig BWV 768

 

 

Nel tempo “forte” della Quaresima il legame della musica di Bach con le tematiche liturgiche si fa molto profondo. La stessa intensità espressiva delle grandi “Passioni” secondo Matteo e Giovanni anima la letteratura organistica, che si fa predicazione e commento ai momenti salienti della liturgia.

La meditazione musicale di oggi si apre con il Preludio e Fuga in do minore BWV 546, binomio di ampio respiro appartenente con molta probabilità agli ultimi anni di Lipsia e pubblicato ai primi dell’Ottocento a Vienna. Il Preludio, di carattere drammatico e declamatorio, è strutturato secondo la consueta “scientia numeri” bachiana. Riporto qui l’ analisi di Alberto Basso ( “Frau Musika”, vol.II, p 579):

“…il materiale musicale viene organizzato intorno a due blocchi di 24 battute ciascuno, il primo avviato da un tema per accordi, il secondo caratterizzato da un tema a note contigue sviluppato come una fuga; le due sezioni ritorneranno in successione invertita dopo l’esposizione di un episodio centrale della lunghezza anch’esso di 48 battute(….)sicché l’intera pagina può riassumersi nel seguente specchio:

A = batt. 1 .- 24

B = batt. 25 – 48

C (A+B) = batt.49 – 96

B = batt.97 – 120

A = batt. 121 – 144

La Fuga, dal carattere severo in tempo tagliato, è a 5 voci, con passaggi di carattere concertante in cui il tessuto polifonico si alleggerisce.

 

In tempo quaresimale uno dei Corali bachiani più profondamente commoventi per il suo intenso significato penitenziale è “O Mensch, bewein dein Sünde gross (O uomo, piangi il tuo grave peccato), tratto dalla raccolta autografa Orgelbüchlein, cioè “piccolo libro d’organo”. Nelle intenzioni di Bach, e come testimoniato dalla breve prefazione autografa al manoscritto, questo “piccolo libro” fu concepito come opera didattica: tutti i corali – afferma Bach- sono adatti ad organisti principianti, essendo trattati con Pedale obbligato ma con difficoltà tecnica non elevatissima. Tuttavia, come sempre succede in Bach, la didattica viene trascesa, creando capolavori che solo un artista maturo può interpretare con cognizione di causa. In questo caso particolare, siamo di fronte – afferma Michael Radulescu – alla “pagina più profonda, al punto culminante di tutto l’Orgelbüchlein”.

Il testo del corale, risalente al 1525, è lunghissimo, 23 strofe di drammatico racconto della Passione di Gesù Cristo.

Riportiamo la prima strofa:

 

O Mensch bewein dein Sünde gross O uomo, piangi il tuo grande peccato

darum Christus sein Vaters schoss per il quale Cristo ha lasciato suo Padre

aussert und kam auf Erden. ed è venuto in terra.

Von einer Jungfrau rein und zart Da una Vergine pura e dolce

für uns er hier geboren ward è nato per noi,

er wollt der Mittler werden. volle essere il mediatore.

Den Todten er das Leben gab Ai morti ha dato la vita

und legt dabei all Krankheit ab e ci ha sanato da tutte le malattie

bis sich die Zeit herdrange fino al giungere del tempo

dass er für uns geopfert würd , nel quale fosse sacrificato per noi,

trüg unsrer Sünden schwere Bürd e portasse il pesante carico dei nostri peccati

wohl an dem Kreuze lange. proprio sulla croce.

 

Bach nella versione organistica tratta questo corale come una dolente aria barocca, in tempo Adagio assai, con la melodia molto ornata, affidata alla mano destra, mentre la mano sinistra e il pedale l’ accompagnano.

Ritroviamo il corale O Mensch… anche nella Passione secondo Matteo dello stesso Bach, alla fine della prima parte.

 

 

Le Partite diverse sul corale Sey gegrüsset, Jesu gütig sono una serie di 11 variazioni, composte quasi sicuramente in periodi diversi, su un corale della Passione il cui testo si ispira all’inno latino Ave Jesu, summe bonus :

 

Sei gegrüsset, Jesu gütig, Salute a te, Gesù buono

über alle Mass sanftmüthig! mansueto oltremisura!

Ach, wie bist du so zerschmissen Ah, come sei gettato a terra

und dein ganzes Leib zerrissen! e come è lacerata tutta la tua carne!

Lass mich deine Lieb ererben Lascia che io erediti il tuo amore

und darinnen selig sterben! e in questo muoia beato!

 

Le 11 partite sono trattate con stili e tecniche diverse. Alcune sono manualiter, con una forte influenza dell’idioma clavicembalistico, altre presentano una parte di pedale obbligato; in qualche caso il contrappunto è semplice, mentre in altre è più complesso. Le variazioni più significative, con un trattamento molto interessante del cantus firmus, sono certamente le ultime cinque( in particolare quelle dove il tema è affidato al pedale), fino alla grandiosa conclusione a 5 voci “in organo pleno”.

 

Maria Cecilia Farina

 

Pavia

Basilica di S.Pietro in Ciel D’Oro

Comitato Pavia Città di S. Agostino

Associazione Musicale Lingiardi

 

 

DOMENICHE D’ORGANO

con J. S. Bach e S. Agostino

 

Organista

Maria Cecilia Farina

 

Organo Lingiardi op. 266 ( 1913)

 

 

 

18 aprile 2010, terza Domenica di Pasqua

 

 

 

 

Johann Sebastian Bach

 

Fantasia in Sol maggiore BWV 572 ( Pièce d’orgue)

Très vitement – Gravement – Lentement

Christ lag in Todesbanden BWV 625

Schmücke dich, o liebe Seele BWV 654

Toccata e Fuga in re minore BWV 565

Nella terza Domenica di Pasqua apriamo la meditazione musicale con un brano dal carattere solare e maestoso : la Fantasia in Sol maggiore che in un manoscritto reca il titolo francese di Pièce d’orgue. Difficilmente databile, questa fantasia in tre parti collegate tra loro senza soluzione di continuità è l’unico brano organistico di Bach a recare indicazioni di movimento in francese. Due sezioni toccatistiche di gusto virtuosistico incorniciano un lungo episodio in stile severo a 5 voci, caratterizzato da un contrappunto fitto, che dà luogo a continui scontri dissonanti. Come afferma Alberto Basso in Frau Musika “è una scrittura di tipo mottettistico, di un gusto goticheggiante , alla Buxtehude, ieratica e corposa”.

 

La melodia del corale Christ lag in Todesbanden deriva dal repertorio gregoriano: si tratta della versione tedesca (autore Martin Lutero) della sequenza pasquale Victimae paschali laudes.

Il testo consiste in 7 strofe. Riportiamo la prima:

Christ lag in Todesbanden Cristo, che giaceva nelle fasce

für unser Sünd gegeben: della morte a causa dei nostri peccati,

Der ist wieder erstanden è risorto e ci ha portato la vita.

und hat uns bracht das Leben.

Des wir wollen fröhlich sein Di questo dobbiamo gioire, lodare

Gott loben und ihm dankbar sein Dio e ringraziarlo

und singen Alleluja e cantare Alleluja.

 

Bach ha elaborato in più versioni organistiche questo cantus firmus, e lo ha trattato anche informa di Cantata (BWV 4).

La versione che ascoltiamo oggi appartiene all’Orgelbüchlein ( il “Piccolo libro d’organo” del quale abbiamo già avuto modo di parlare nel concerto precedente).

 

Schmücke dich, o liebe Seele è una melodia di Johann Krüger su testo di Johann Franck ( 1649) dedicato alla Santa Cena:

 

Schmücke dich, o liebe Seele, Adornati, cara anima,

lass die dunklen Sünden höhle , lascia l’oscuro abisso della colpa

komm ans helle Licht gegangen, vieni incontro alla bella luce,

fange herrlich anzuprangen incomincia a onorarti

denn der Herr voll Heil und Gnaden perché il Signore pieno di misericordia

will dich jetzt zu Gaste laden; vuole ora invitarti come ospite;

der den Himmel kann verwalten egli che ha il governo del cielo

will jetzt Herberg in dir Halten vuole ora abitare in te.

 

La versione organistica di Bach si trova nell’autografo di Lipsia ed è una delle pagine più intense e meravigliosamente espressive della letteratura organistica. Come afferma Alberto Basso ( Frau Musika, vol.II, p.603) il brano sprigiona “ una serenità e insieme una Sehnsucht degne di uno spirito romantico”.

A conclusione di questo primo ciclo di “Domeniche d’organo” il binomio più famoso di tutto il repertorio organistico bachiano: la Toccata e fuga in re minore BWV 565.

Eppure proprio su questo capolavoro nel quale popolarmente si identifica il repertorio organistico di Bach, molti interrogativi sono stati sollevati dalla musicologia circa la sua autenticità. Non ci è infatti pervenuto l’autografo, ma solo un manoscritto non datato di Johannes Ringk, allievo di Peter Kellner che aveva a sua volta studiato con Bach. Ringk secondo alcuni musicologi avrebbe erroneamente attribuito questa Toccata con Fuga Pedaliter a Bach. Le considerazioni contro l’autenticità sono principalmente di ordine stilistico: i numerosi passaggi in ottave parallele e in genere il linguaggio sembrerebbero più tardi e secondo alcuni potrebbe trattarsi d’un opera contemporanea ai figli di Bach.

Qualcuno avanza invece l’ipotesi che il brano sia la trascrizione di un originale perduto per violino ( ipotesi molto valida, considerando le numerose trascrizioni di Bach e la frequenza di questa prassi all’epoca). Infine, c’è chi propende per considerare il dittico un lavoro autentico, ma giovanile: effettivamente i passaggi toccatistici e la frammentazione del binomio in molte sezioni ( compreso l’episodio conclusivo della Fuga) possono far pensare a uno stile prebachiano della Germania del centro- nord, stile sul quale Bach si era formato .

Al di là di questo mistero, resta intatto e sempre freschissimo il fascino di questo lavoro, tanto che molti si domandano quale altro compositore del ‘700 tedesco avrebbe potuto concepirlo se non Johann Sebastian Bach.